Riconoscere i sintomi di un disturbo da alimentazione Incontrollata
Nov 04, 2021Il disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating disorder è una vera e propria patologia. Non dipende dalla nostra mancanza di forza di volontà, che è stato ciò di cui mi sono incolpata per anni.
Se ci fa male un ginocchio, facciamo il possibile per stare meglio, non diciamo che è colpa nostra se il ginocchio ci fa male. Purtroppo, le patologie che hanno a che fare con la mente sono più ingannevoli, perché spesso non ci rendiamo conto di quanto dipendano da noi e quanto no.
Smettere di incolparsi e di punirsi
Quando ho smesso di punirmi per i miei comportamenti e sono diventata più accogliente, le cose sono iniziate ad andare meglio. Questo non vuol dire che non ci prendiamo le nostre responsabilità. La nostra responsabilità è prenderci cura di noi stessi, qualunque sia la causa del malessere che proviamo. Anche se individuarne la causa può aiutarci nel processo di guarigione.
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Come riconoscere i sintomi di un disturbo da alimentazione incontrollata
Facciamo ora una rassegna delle sue caratteristiche principali e dei sintomi che dobbiamo tenere sotto controllo. Seguiremo la linea del nel DSM 5, ovvero l’ultima versione del manuale diagnostico e statistico dei disordini mentali. Una precisazione è doverosa.
È possibile che vi riconosciate in tutti o solo alcuni di questi sintomi, che sono i criteri principali riscontrati solitamente da chi ne soffre.
Ciò a cui va fatta più attenzione è la pervasività del disturbo, ovvero quanto sentite che affligga la vostra salute fisica e mentale, quanto è grande l’impatto sulla vostra vita sociale, privata e lavorativa. E questa è una cosa che solo noi possiamo realmente valutare, è quello che ci spinge a chiedere un aiuto, che sia psicologico, medico o di counseling.
Le abbuffate
Per definizione il disturbo da alimentazione incontrollata è caratterizzato da episodi di abbuffate a prescindere dal senso di fame, senza però mettere in atto condotte compensatorie come vomito o assunzione di lassativi.
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In questi momenti si mangia ben oltre la sensazione di sazietà normale. Non è nemmeno comparabile con la sensazione di pienezza e gonfiore dopo un pranzo di Natale.
Si arriva al punto in cui non si sentono più i sapori, e molto vicino alla sensazione di dover vomitare.
Perdita controllo
Era una sensazione che provavo fin dal supermercato. Sentivo che non potevo non comprare quei biscotti o quei gelati, non sarei riuscita ad andarmene via a mani vuote. Lo stesso succede mentre ci si abbuffa.
Molte persone riportano la sensazione di non riuscire a fermarsi, anche se sono consapevoli che quello che stanno facendo li farà sentire male.
Solitudine
Chi si abbuffa o si è abbuffato conosce bene il senso di vergogna che accompagna quei momenti. Comincia quando si cerca di “camuffare” il cibi comprando altre cose che non servono per non sentirsi giudicati dagli occhi noncuranti del cassiere.
Spesso anche le abbuffate avvengono di nascosto, in macchina, o quando si è soli a casa. Questo confonde anche le persone vicino a noi, che ci vedono mangiare normalmente e allo stesso tempo prendere peso. Col risultato che ci si sente sempre più isolati.
Disgusto
Il piacere del cibo svanisce dopo pochi morsi, perchè è come se ci si anestetizzasse. Non si prova niente se non un senso di disagio. E nasce il disgusto è verso il cibo e verso noi stessi.
Tutti i sintomi dettagliati possono facilmente essere trovati in rete. Nessun bravo medico o psicologo però vi farà una diagnosi basandosi solo su questi, perchè ciò che va valutato è lo stato psicofisico generale della persona, che è molto più complesso.
Lo stesso vale per noi. Solo noi possiamo fare il primo passo e solo noi possiamo capire come ci sentiamo realmente.
La meditazione può aiutarci?
La meditazione in questo come può aiutarci?
La meditazione non è una cura. E’ chiaro che a un certo punto dovremo mangiare di meno e muoverci di più, ma il percorso per arrivarci non è lineare.
La meditazione può fare comunque qualcosa di molto importante. Ci aiuta a diventare consapevoli del nostro stato.
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Chiedere aiuto
Ad esempio a me ha aiutato a rendermi conto del fatto che avessi bisogno di aiuto, che non ce l’avrei fatta da sola. Per un certo periodo, visto anche il conforto e l’entusiasmo che provavo all’inizio della mia esperienza meditativa, pensavo di sì. E invece mi sbagliavo. Questo non vuole dire che il percorso l’abbiano fatto altri al posto mio, solo che mi servivano degli strumenti che ancora non avevo. Questa è stata la prima grande realizzazione che mi ha aiutato a guarire. Quale sarà la vostra?